Roma omaggia una sua illustre ospite – siciliana di nascita ma romana d’adozione – per riflettere sulla coerenza di sessant’anni di lavoro di Carla Accardi (Trapani, 1924). Non soltanto una mostra antologica, quanto piuttosto una lettura inedita dei suoi lavori meno noti: l’installazione e il confronto con l’ambiente.
Questo è l’obiettivo della mostra “Carla Accardi. Spazio, ritmo e colore”, a cura di Pier Paolo Pancotto. Ospitata dal Museo Carlo Bilotti all’Aranciera di Villa Borghese di Roma dal 1 dicembre 2010 al 27 febbraio 2011. La mostra è promossa da Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione, dalla Sovraintendenza ai Beni Culturali in collaborazione con RAM radioartemobile, con Studio Accardi e con l’Organizzazione Zètema Progetto Cultura. Il catalogo edito da Gli Ori.
L’esposizione raccoglie una selezione di opere, molte dall’archivio personale dell’autrice e in gran parte inedite. Tra queste, un nucleo di preziose carte mostrate per la prima volta in pubblico e una scelta di opere in collezioni pubbliche e private, altrettanto rare. Lavori storici e recenti messi a confronto per far emergere la continuità e la coerenza che caratterizza la ricerca di Carla Accardi. Questo pur nella varietà linguistica e operativa che ne ha segnato lo sviluppo, dal 1947 (data della sua adesione al gruppo Forma) ad oggi.
L’allestimento vuole soprattutto enfatizzare l’elemento ambientale, sottolineato dalla presenza di un Pavimento in feltro creato per l’occasione e collocato al pian terreno del museo, da alcuni Lenzuoli e lavori luminosi e sonori mai presentati a Roma e da un gruppo di Ceramiche, poste lungo la scala di accesso al piano superiore dell’Aranciera. Inoltre sarà esposta una selezione di lavori inediti su carta, diversi per date e tecnica, disposti secondo un andamento non tradizionale, volto a sottolineare temi ed elementi ricorrenti nel suo alfabeto pittorico.
Come in un atelier d’artista, la disposizione delle opere tenderà ad invadere per intero gli spazi interni ed esterni del Museo Carlo Bilotti. Una sorta di grande installazione, di immaginario “ambiente Accardi”, quello attraverso il quale il visitatore potrà individuare liberamente associazioni e punti di contatto tra gli elementi proposti. Un viaggio alla scoperta di aspetti meno conosciuti del percorso creativo dell’autrice, svelati in forma insolita e naturale. Quasi una visita privata al suo studio.
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