Lo scopo del progetto “Atelier del Bosco” era di aprire gli spazi dell’Accademia di Francia alla città di Roma, ai suoi artisti, poeti e compositori. L’Accademia di Francia in Trinità dei Monti si presenta come un edificio rovesciato: nell’attuale sistemazione la facciata che dà sulla strada ha un aspetto duro, di cittadella fortificata, che contrasta con quello rinascimentale della facciata segreta, che immette nel parco. A questo si aggiunga che la parte curata, ricca di statue e fontane, precede quella lasciata nature sulla quale si affaccia l’ Atelier del Bosco. Uno studiolo ideale, già a suo tempo usato da Balthus.
L’ interno del padiglione grazioso, inondato dalla luce accoglie egregiamente i progetti espositivi creando un piacevole meccanismo di sorpresa.
Le esposizioni di Atelier del Bosco hanno fatto conoscere una sequenza di mostre monografiche di tredici protagonisti dell’arte contemporanea internazionale. A unirli l’amore per Roma, per la sua luce e i suoi colori.
Gli scambi culturali che sono alla base del dialogo delle nazioni spesso sono sostanziati anche da edifici che li accolgono e li proteggono. L’Accademia di Francia è uno di questi. Con la sua imponenza, lungimirante dall’alto, sembra abbracciare la città, sottolineando la funzione della vista come strumento di conoscenza. In posizione urbanisticamente opposta si trova la sede di Zeynthia, in Piazza Vittorio Emanuele, con la quale si apre la suburra, la parte più popolare della città.
Hanno partecipato: Carla Accardi (18 dicembre 1997), Jannis Kounellis (15gennaio 1998), Günther Förg (19 aprile 1998), Michelangelo Pistoletto (14maggio 1998), Karel Appel (26 novembre 1998), Joseph Kosuth (10 marzo 1999), Vettor Pisani (14 maggio 1999), Ettore Spalletti (16 dicembre 1999), Thierry De Cordier (17 marzo 2000), Franz West (2 giugno 2000), Giovanni Anselmo (27 marzo 2001), Sol LeWitt (21 giugno 2001), Giulio Paolini (4 giugno 2002).
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