Titolo:

Accademia di Belle Arti di Brera l Il Libro di Zerynthia Presentazione online ore 14:00,

Manifesto:
Data:
17/02/2021
Descrizione:
Accademia di Belle Arti di Brera
 
Mercoledì 17 febbraio 2021   
Il Libro di Zerynthia

COLLEGATI ALLA PRESENTAZIONE
LINK per accedere alla presentazione:
https://meet.google.com/ira-pwmm-szh 

con:
Laura Cherubini
Giulio Ciavoliello
Giacinto Di Pietrantonio
Alberto Garutti
Mario Pieroni
Michelangelo Pistoletto
Remo Salvadori
Dora Stiefelmeier

 

Questo libro non vuole essere mera documentazione delle tante mostre prodotte dall’Associazione nel mondo dal 1992 ma vuole creare una narrazione capace di rendere l’atmosfera in cui sono nate queste mostre.
 

Mario Pieroni e Dora Stiefelmeier

 


Estratti dalla presentazione: 

Giacinto Di Pietrantonio: Siamo qui oggi per parlare del Libro di Zerynthia, un’associazione culturale fondata nel 1991 – mentre le gallerie erano ancora in piena espansione, – un’associazione culturale che lavorava a 360 gradi insieme a tantissime persone. Zerynthia è il nome di una farfalla dell’agro romano, scelto da Daniele Pieroni, il figlio poeta di Mario Pieroni. La sede di Zerynthia si trova a Paliano, un paese a sud di Roma dove sono state fatte tante mostre e conferenze e seminari.
Giulio Ciavoliello: Sono felice ed onorato di essere coinvolto nella lezione di oggi come collega e anche come rappresentanza dell’Accademia che è lieta di accogliere la presentazione del libro. Oggi c’è molta attenzione per gli archivi che significano sostanzialmente memoria delle cose, memoria di segni. Zerynthia negli anni è stato esempio e modello per tante iniziative di arte contemporanea diffuse in un territorio già ricco di suo. Questo libro testimonia la sua forza ed energia.                       Ho avuto una particolare attenzione per molti degli artisti coinvolti da Zerynthia e mi ha colpito la freschezza e la generosità delle iniziative. Penso ad esempio a un progetto come Oreste. Vorrei aggiungere che gli eventi culturali realizzati da Zerynthia sono andati ben al di là delle presentazioni che si potevano fare in una galleria d’arte. Credo che Mario Pieroni e Dora Stiefelmeier abbiano avuto questa capacità straordinaria di superare la semplice logica di mercato.
Mario Pieroni: Volevo ringraziare l’Italian Council per aver supportato il progetto, l’Accademia di Brera nella persona del direttore Giovanni Iovane per l’ospitalità dataci, gli artisti presenti, Alberto Garutti, Michelangelo Pistoletto, Remo Salvadori e gli storici dell’arte Giacinto Di Pietrantonio e Laura Cherubini, compagni di strada e di vita da sempre.
Ai giovani che ci ascoltano vorrei dire di avere un disegno dentro di loro e cercare in tutti i modi, senza mai perdersi, di realizzarlo. È necessario scegliere i propri compagni che abbiano l stesse prospettive in un percorso comune. Ed è il contrario dell’“usa e getta” che vediamo così di frequente in questo istante.  Infatti siamo qui ancora con degli amici con cui per vari decenni abbiamo condiviso i nostri incontri di lavoro e di vita.  Il nostro libro vuole dare l’idea di una continuità che può formalizzarsi in qualsiasi luogo per esprimere la bellezza che solo l’arte può esprimere.  
Michelangelo Pistoletto: Sono piuttosto emozionato a raccontare quello che siamo riusciti a combinare nel segno di Mario e Dora; elencare tutto richiederebbe molto tempo: una lista lunghissima di incontri, mostre, partecipazioni, attività che si sono venute sviluppando con un reciproco amore e interesse. Ogni volta che vado a Roma mi sento a casa mia perché ci sono loro che sono sempre stati disponibili a portare avanti il discorso a me caro d’interazione tra arte e società. Abbiamo inserito l’arte in tanti settori attraverso le nostre attività comuni. Siamo riusciti addirittura a portare il Terzo Paradiso la sulla piattaforma satellitare della terra e a creare un incontro interattivo a livello internazionale.  Nel 1995 abbiamo fatto una cosa davvero anticipativa: un concerto con Carlo Crivelli, Sinfonia Specchiante, suddiviso in quattro luoghi in azione contemporaneamente – Paliano, Pescara, Londra e Monaco – quindi con quattro orchestre che, a distanza, suonavano insieme. Allora sembrava una cosa impossibile, un miracolo.  Abbiamo fatto qualcosa che anticipava l’attuale dinamica di internet.  Anche la creazione della radio: RAM radioartemobile è stata straordinaria. Penso che persone come Mario e Dora debbano veramente essere considerate come grandi pionieri di un sistema in cui l’arte si incontra con tutti i settori, con tutti gli aspetti della cultura e della società.
Giacinto Di Pietrantonio: é interessante quello che tu specificavi di loro, cioè non solo la loro trasversalità e interdisciplinarità, ma il modo di promuovere un’arte di attraversamento, creando un rapporto con la società.
Alberto Garutti: penso che la loro sia una posizione laterale rispetto alla centralità del sistema, una posizione molto chiara, molto forte, una visione critica e politica che strutturalmente si colloca in un momento di grande accelerazione. È uno spostamento carico di una grande spinta etica. Loro continuano a mettere in costante discussione l’idea della mostra di per sé, basandosi su un’idea di rispettività tra le opere, le persone e i luoghi. Negli anni ’90 questo era veramente anticipatorio rispetto al sistema dell’arte.  Penso a Serre di Rapolano, alle cose fatte a Paliano. Allora non si usava andare nelle scuole, fare i workshop e via dicendo. La loro parte ideativa e progettuale è molto vicina alla modalità che gli artisti adottano quando lavorano.  Con loro c’è una formidabile tensione che dà forza, tantissima forza al soggetto. Allo stesso tempo loro sono attenti al rapporto con il sociale. Tutto ciò che è “tra” per loro è fondamentale e questo è un fatto molto contemporaneo.
Laura Cherubini: Dora Stiefelmeier è stata il motore di Zerynthia, Mario Pieroni la sua anima artistica. Gli artisti hanno sempre avuto con Mario un rapporto da artista, lo hanno trattato come si trattavano tra loro e questa cosa che mi ha sempre colpito. Dora è l’anima svizzera che ha dato una struttura, una forma, una possibilità di realizzazione a tutte le loro intuizioni. Come me, come Giacinto, Mario e Dora hanno sempre vissuto con gli artisti e questo è una mentalità istituzionale più che da galleria. Già dal tempo della Galleria Pieroni hanno teso verso l’istituzionalità e verso l’interdisciplinarità. Ho avuto con loro una collaborazione molto importante nell’occasione della mostra di Carla Accardi: Smarrire i fili della voce, l’ultima sua grande mostra, itinerante in tutta Europa. Questo bellissimo progetto metteva a confronto alcuni lavori ambientali, tridimensionali, i Sicofoil con la produzione più recente delle sue opere pittoriche. Si chiuse ad Atene una settimana prima che Carla mancasse. Ricordo anche la nostra bella collaborazione a Villa Medici – dove loro dirigevano l’Atelier del Bosco – lavorando con Bruno Racine, allora Direttore dell’Académie de France à Rome, con Hans Ulrich Obrist, Carolyn Christo Bakargiev, Laurence Bosset dell’ARC di Parigi. Era un team formidabile che realizzò mostre memorabili.
Remo Salvadori:…. Il consistente volume Libro di Zerynthia riporta tracce di un percorso inedito e parallelo ad altre esperienze.
La differenza è che questa pratica ha come protagonisti figure che hanno tenuto vivo un tessuto,
trama e ordito, a formare una mappa significativa che si riconosce e riconosce.
Le corde di questa pratica, uno strumento suonato a più mani per un tempo lungo, un fuoco tenuto acceso, curato a tenere viva la fiamma.
Come gli eventi atmosferici talvolta ci sorprendono nella loro scala d’avvenimenti e catturano i nostri sguardi fino a farci trattenere il respiro e a guardare in alto, così le figure di questo libro che ritrovo negli incontri, rimandano allo spazio in più che abbiamo condiviso fuori dal giudizio nello stupore dello sguardo sorpreso dalle proprie impronte.
Tra le strade delle formiche nel prato e il canto estivo nella calura vivendo la nostra vera necessità di arte come vita non ci siamo mai stancati.
Lo stupore che ci frequenta rende lo sguardo limpido, non cerca il racconto, ma riconosce la generosità, l’essere presente, la fragranza del momento.
Le posizioni dei soggetti nella registrazione fotografica mi fanno pensare a un roseto fiorito di profumi in maggio come nella nudità di gennaio, ogni stagione trova pensieri fertili.             
…Parole e pensieri vanno a Dora e Mario, Mario e Dora, instancabili autori di tante stazioni, di tante ripartenze con grazia accanto alla parola “Arte” senza mai nominarla…….
La persistenza dei media e i tempi di pandemia escludono vicinanza ma non sfiorano il senza tempo che abitiamo.
Giacinto Di Pietrantonio: L’evento in cui più sono stato partecipe di Zerynthia, è stato un seminario del 1994 a Silvi Marina, un paese sul mare attaccato a Pescara. Mario e Dora mi chiamarono insieme a Jan Hoet per organizzare un convegno sul rapporto tra arte e architettura. Loro erano i committenti, noi i curatori. Furono invitati una serie di artisti, di critici, di architetti da tutto il mondo. C’era un giovanissimo Mario Airò, Vanessa Beecroft, oltre appunto a Pistoletto, Accardi, Pisani Spalletti, Franz West e, tra gli architetti, Purini, Serino, Robbrecht. Mario Botta aveva disegnato per l’occasione un grande tavolo circolare, una specie di anfiteatro intorno al quale eravamo seduti. Il pubblico presente vedeva solo le nostre teste. Si parlava di arte ed architettura per ore ed ore fino a notte inoltrata, perché, a causa del grande caldo, tutto si svolgeva la sera dopo cena, mentre di giorno stavamo in spiaggia.
Dora Stiefelmeier: Quando fai un libro la domanda che si pone è: Perché lo fai e per chi lo fai? Il Libro di Zerynthia riflette una storia di cui hanno fatto parte tantissimi artisti e non. Si tratta del racconto di una storia collettiva che noi volevamo fissare. Non è stato un’impresa facile, ha implicato molte scelte ed è stato impegnativo anche da un punto di vista emotivo. Dovevamo appunto creare un racconto. Dalle tante reazioni che abbiamo avute si capisce che il libro piace a quelli che, per un momento o per un tempo più lungo, hanno partecipato alla nostra storia. Però, mi chiedo: e per quelli che non c’erano?  E qui tocchiamo il grande problema degli archivi. Come renderli vivi? A me piace molto leggere diari, racconti e commenti di altri periodi storici, mi interessa vedere l’hummus che c’era intorno alle opere d’arte, di musica, di poesia che ben conosciamo. Lavorando a questo libro abbiamo pensato che dovevamo far capire non solo il back-stage degli eventi, ma anche la convivialità che sempre c’era, cioè l’humus caratteristico di questo Paese meraviglioso, troppo spesso bistrattato. Quante volte abbiamo sentito che in Italia non succede più niente, mentre sappiamo che è vero il contrario: è successo e succede tanto. Ai giovani che assistono a questa lezione voglio domandare: al di là delle opere e delle mostre, vi interessa capire come le cose sono nate? Vi viene voglia di sfogliare queste pagine?  Per noi questa costituisce una sfida, il Libro è innanzitutto una scommessa.
Dagli studenti:
Olivia Salvadori: Dato che mi sono sentita chiamata in causa per questioni anagrafiche, vorrei rispondere un po’ a questa domanda rivolta a noi giovani che studiamo e avendo sfogliato questa mattina il libro senza aver prima avuto mai contatti con Zerynthia, posso dire che solo sfogliandolo, grazie anche alla tipologia di immagini che sono state inserite, che sono diverse da quelle a cui siamo abituati noi, digitali, perché si vede anche l’analogico, si vede lo scatto rubato, ho percepito il clima che c’era in questo contesto pur non avendo letto nulla. Però volevo restituire questa mia esperienza nello sfogliare il libro e affermare che comunque si percepisce questo clima.
Yangfei Cai: ho appena letto un testo di introduzione di questo libro di Zerynthia, questo progetto mi sembra come un’epopea, e come diceva Donatella Spaziani c’è una frattura invisibile tra l’arte dell’Accademia e l’arte del mondo reale. Io capisco che è vero che c’è una differenza fra tutte le cose che abbiamo studiato nella scuola e il mondo reale, e il mondo dell’arte. C’è uno spazio invisibile che ha come separato questi due mondi, quindi mi sento un po’ confusa.
Alexandra Messina: fortunatamente, per mia esperienza personale, questo rapporto di parità appunto tra studenti e docenti forse è la ricchezza più grande per un’Accademia di Belle Arti. Vorrei dire una cosa a Mario Pieroni, che all’inizio dell’incontro ha detto qualcosa che io ho trovato davvero molto bella ovvero di “avere un nostro disegno e di seguirlo e di circondarsi delle persone giuste”. Questa cosa mi ha toccata perché in effetti avere un disegno è forse la cosa più difficile in questi tempi di incertezza, mi auguro che appena passerà questo momento di chiusura, di distanza, che tutto ciò che abbiamo vissuto ci renda più consapevoli un domani per poter ricreare quella collettività di cui tanto abbiamo parlato che è fondamentale soprattutto nel mondo dell’arte.

 

ENGLISH: 

Giacinto Di Pietrantonio: We are here today to talk about this book by Zerynthia, a cultural foundation founded in 1991 – while galleries were still in full expansion – a cultural association working at 360 degrees alongside many other people. Zerynthia is the name of a butterfly from the Agro Romanus, chosen by Daniele Pieroni, the poet son of Mario Pieroni. Zerynthia’s head office is in Paliano, a town to the south of Rome where many exhibitions and conferences and seminars have been held.
Giulio Ciavoliello: I am happy and honoured to be involved in today’s lesson as a colleague and also as a representative of the Academy, which is pleased to host the presentation of the book. Nowadays, a great deal of attention is paid to archives, which signify, substantially, the memory of things, the memory of signs. Zerynthia over the years has been an example and a model for many contemporary art ventures throughout a territory that is already rich in its own right. This book is a testimony to its strength and  energy. I have paid particular attention to many of the artists engaged by Zerynthia and I have been struck by the freshness and generosity of the ventures. I think, for example, of a project like Oreste. I would like to add that the cultural events put on by Zerynthia have gone way beyond presentations that could have been held in an art gallery. I believe that Mario Pieroni and Dora Stiefelmeier have had this extraordinary ability to overcome simple market logic.
Mario Pieroni: I would like to thank the Italian Council for having supported the project, the Brera Academy, in the person of its director Giovanni Iovane, for the hospitality shown to us, the artists present, Alberto Garutti, Michelangelo Pistoletto, Remo Salvadori, and the art historians Giacinto Di Pietrantonio and Laura Cherubini, travel mates and life companions since the beginning.
To the youngsters listening to us I would like to tell them to have a design within themselves and try in any way possible, without ever getting lost, to realize it. It is necessary to choose companions with the same outlook on a common path. And it is the opposite of “single-use” that we see so often right now. In fact, we are still here with friends with whom we have for several decades shared our encounters on work and life. Our book aims to give the idea of a continuity that can be formalized in any place to express the beauty that only art can express.
Michelangelo Pistoletto: I feel rather emotional when talking about all that we have been able to achieve under the sign of Mario and Dora; listing everything would take a long time: a very long list of meetings, exhibitions, participations, activities that have been developed with reciprocal love and attentiveness. Every time I go to Rome I feel at home because they are there, and they have always made themselves available to continue the discussion that is so dear to me of the interaction between art and society. We have inserted art into so many sectors through our common activities. We have even been able to take the Terzo Paradiso (Third Paradise) onto a satellite platform orbiting the earth and create an interactive encounter on an international level. In 1995 we did something ahead of its time: a concert with Carlo Crivelli, Sinfonia Specchiante (Mirrored Symphony), divided over four locations in action simultaneously – Paliano, Pescara, London and Munich – with four orchestras that, at a distance, played together. At the time, it seemed impossible, a miracle. We did something that pre-empted the current dynamics of the internet. Likewise, the creation of the radio: RAM radioartemobile was extraordinary. I believe that people like Mario and Dora should truly be considered great pioneers of a system in which art meets every sector, all aspects of culture and society.
Giacinto Di Pietrantonio: It is interesting what you specified about them, that is to say not only their transversality and interdisciplinarity but also their way of promoting an art that crosses over, creating a relationship with society.
Alberto Garutti: I believe that theirs is a lateral position in relation the centrality of the system, a position that is very clear, very powerful, a critical vision that structurally situates itself in a moment of great acceleration. It is a shift that is charged with a great ethical drive. They continue to constantly question the idea of the exhibition itself, basing themselves on the idea of respectiveness between artworks, people and places. In the ’90s this was truly ahead of its time in the art system. I think of Serre di Rapolano, of all the things done in Paliano. At the time it was not common to go to schools, to do workshops and so on. Their ideational and projectual side is very close to the modality that artists adopt when they work. With them there is a formidable tension giving strength, great strength to the subject. At the same time, they are mindful of the relationship with the social aspect. All that which is “between” for them is fundamental, and this is a very contemporary thing.
Laura Cherubini: Dora Stiefelmeier has been the motor of Zerynthia, Mario Pieroni its artistic soul. The artists have always had with Mario an artistic relationship, they have treated him as they would each other and this has always struck me. Dora is the Swiss soul who has given structure, shape, the possibility of realizing all their intuitions. Like me, like Giacinto, Mario and Dora have always lived with artists and this is more an institutional mentality than one of galleries. Already at the time of the Pieroni Gallery they leaned towards institutionality and towards interdisciplinarity. I had a very important collaboration with them on the occasion of the Carla Accardi exhibition: Smarrire i fili della voce (Losing the threads of voice), her last big show, which travelled around Europe. This wonderful project brought together some of her environmental works, the three-dimensional ones, her Sicofoils with her more recent production of pictorial works. It closed in Athens a week before Carla passed away. I also remember our lovely collaboration in Villa Medici – where they directed the Atelier del Bosco – working with Bruno Racine, at the time the Director of the Académie de France à Rome, with Hans Ulrich Obrist, Carolyn Christo Bakargiev, Laurence Bosset of the ARC in Paris. It was formidable team that put on memorable exhibitions.
Remo Salvadori: (from a written text of his) …. This sizeable volume The Zerynthia Book traces the tracks of an unbeaten path running parallel to other experiences.
The difference is that this practice has as its protagonists figures that have kept alive the fabric,
warp and woof, to form a significant map that is recognized and that recognizes.
The strings of this practice, an instrument played by many hands over a long time, a fire kept alight, cared for to keep the flame alive.
As atmospheric events at times surprise us in their sequence of occurrences and capture our gaze until our breath is taken away and we are made to look up, in the same way the figures of this book who I see at the encounters return to the space we have shared beyond the judgement in the wonder of the gaze surprised by its own tracks.
Amid the ant trails in the field and the summer song in the heat, living out our true need for art as life, we never grew tired.
The astonishment of those who frequent us renders the gaze lucid, seeking not a tale, but recognizing generosity, being present, the fragrance of the moment.
The position of the subjects in the photographic record remind me of a rose garden blooming with scent in May and in its nudity in January, each season finds fertile thoughts.             
…Words and thoughts go to Dora and Mario, Mario and Dora, tireless authors of many stations, of many graceful departures alongside the word “Art” without ever pronouncing it…….
The persistence of the media and the time of the pandemic exclude proximity but do not touch upon the timelessness in which we live.
Giacinto Di Pietrantonio: The Zerynthia event in which I most participated was a seminar 1994 in Silvi Marina, a seaside town by Pescara. Mario and Dora called me and Jan Hoet to organize a conference on the relationship between art and architecture. They were the clients, we the curators. A series of artists, critics and architects from all over the world were invited. There was a very young Mario Airò, Vanessa Beecroft, apart from of course Pistoletto, Accardi, Pisani, Spalletti, Franz West and, among the architects, Purini, Serino, Robbrecht. Mario Botta designed for the occasion a great circular table, a kind of amphitheatre around which we were seated. The public present saw only our heads. We talked about art and architecture for hours and hours until late because, due to the immense heat, everything took place at night after dinner, while during the day we stayed at the beach.
Dora Stiefelmeier: When you put together a book, the question is: why are you doing it and for whom are you doing it? The Zerynthia Book reflects a story in which a great many artists, and not only, have been a part. This is the telling of a collective story that we wished to capture. It was not an easy task, it entailed making many choices and it was demanding also from an emotional point of view. We had indeed to create a tale. From the many reactions we have had it is clear that the book is liked by those who, for just a moment or for a longer period, have been part of our story. Yet I ask myself: what about those who were not there? And here we get to the great problem of archives. How do we make them alive? I really like reading diaries, accounts and comments of other historical periods, I am interested in seeing the humus around the works of art, of music, of poetry that we know well. Working on this book we thought we ought to explain not only the backstage of the events but also the conviviality that there has always been, that is the humus characteristic of this wonderful, all too often mistreated Country. How many times have we heard that in Italy nothing happens anymore, though we know that the opposite is true? A lot has happened and happens. To the youngsters here at this lesson I would like to ask: beyond the artworks and the exhibitions, are you interested in understanding how things were born? Do you feel like leafing through these pages? For us that constitutes a challenge, the Book is first and foremost a gamble.
From the students/youngsters:
Olivia Salvadori: Given that I feel myself alluded to because of my age, I would like to try to answer this question you asked us youngsters who are still studying, and, having leafed through the book this morning without ever having had contact with Zerynthia, I can say that just by flicking through it, thanks also to the typology of images included, which are different to what we are used to, digital ones, because you can also see the analogical, the candid shots, I perceived the climate of that context though I had not read anything about it. But I wanted tell you about this experience of mine when leafing through the book and affirm that nevertheless you can perceive this climate.
Yangfei Cai: I have just read an introductory text to this Zerynthia Book. This project seems epic to me, and as Donatella Spaziani was saying, there is an invisible fracture between the art of Academies and the art of the real world. I understand that it is true that there is a difference between all the things we have studied at school and the real world. There is an invisible space between these two worlds, so I feel a little confused.
Alexandra Messina: Fortunately, in my personal experience, this relationship of equality between students and teachers is perhaps the greatest treasure for an Academy of Fine Art. I would like to say something to Mario Pieroni, who at the beginning of this encounter said something that I found truly beautiful, the idea of “having a design and following it and surrounding yourself with the right people”. This touched me because in fact having a design is perhaps the hardest thing in these times of uncertainty. I hope that as soon as we get past this moment of enclosure, of distance, that all that we have experienced makes us more conscious tomorrow, so that we may recreate this collectivity that we have spoken so much about that is fundamental above all in the world of art.

www.accademiadibrera.milano.it

Foto, schizzi, articoli di giornale e documenti originali dei tanti progetti realizzati da Zerynthia, Associazione per l’Arte Contemporanea fondata nel 1991, su iniziativa di Mario Pieroni e Dora Stiefelmeier. Il Libro di Zerynthia vuole essere una storia raccontata principalmente per immagini cercando di riflettere la vitalità negli anni di questa organizzazione culturale dedicata all’arte contemporanea. Il volume, oltre contenere i contributi di una moltitudine di artisti italiani e stranieri, testimonia l’interesse che l’Associazione ha sempre rivolto verso il pubblico, ritenendolo parte attiva dell’esperienza.

Il libro è disponibile in inglese e italiano.
Progetto realizzato grazie al sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo nell’ambito del programma Italian Council (2019).

 

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