RAM + bunKerart
presentano
solo il 21 dicembre 2009 dalle ore 19
la mostra di
Gianna Nannini
FOTOCOPIAMI LA VOCE!
Installazione sonora con Alberto Bettinetti
Emilio Prini
“LAUTREC”, Milano 2009
bunKerart – via Bellezza 8 – Milano
RAM radioartemobile prosegue il suo progetto di connessione tra arte visiva e suono.
Il 21 dicembre 2009, e per un unico giorno a bunKerart, via Bellezza 8 Milano, RAM presenta la mostra di Gianna Nannini e Emilio Prini.
I lavori proposti in questa mostra sono metafore dell’incontro tra Gianna Nannini e Emilio Prini, esponenti l’una del mondo della musica, l’altro delle arti visive.
L’installazione sonora di Gianna Nannini – in collaborazione con Alberto Bettinetti – ha come tema la voce. Come sostiene Bettinetti: “Caratteristica della voce è il suo essere immateriale.
Immaterialità che si scontra con il mezzo tecnico della replicazione visiva. Questa è l’utopia della voce, nodo centrale dell’installazione sonora: la voce frammentata e scomposta nei suoi diciassette suoni viene moltiplicata, ripetuta e ritrasmessa. Nessuna apparecchiatura può realmente catturarne l’immagine.
Nessuna immagine può ritradursi a sua volta nella voce unica di Gianna. In una dimostrazione per assurdo la voce afferma ciò che la macchina non può realizzare. E l’utopia perfetta si compie”.
La voce è intraducibile, è frammento sonoro ed esistenziale di epoche che si sovrappongono e oppongono fino a diventare marchio indelebile di suono, onda unica e irripetibile. Questo suono quando ha un timbro uno stile proprio è incopiabile, ha un identità di appartenenza a un luogo, a uno spazio non inscrivibile. La voce ferma l’emozione di un popolo in un canto, ma la voce che non vedi contiene la visione di ciò che Omero, nella sua oralità nascosta, immerge e colloca in un passato: ora è una volta, il passato dimentico dell’immortalità della voce ferma il suo flusso nella registrazione. (Gianna Nannini)
Non ho programmi, vado a tentoni, non vedo traccia di nascita dell’arte (né della tragedia) perché la c.s. non è il frutto del puro lavoro umano (perché non ho fatto io la sedia il tavolo il foglio la penna con la quale scrivo) non creo, se è possibile. (Emilio Prini)
Lo standard nel pieno possesso delle proprie facoltà dimensionali è intero nel senso globale del termine.
(Emilio Prini)
Si ringrazia per l’opera di Emilio Prini: Nicola Bramante e Anna Butticci
Mostra a cura di RAM radioartemobile www.radioartemobile.it – info@radioartemobile.it