Gianfranco Baruchello A partire dal dolce | Doux comme saveur – Inauguration Friday, 25 October 2024 6 p.m. – 8 p.m. 26 October 2024 – 10 March 2025 CENTRE POMPIDOU

Gianfranco Baruchello
A partire dal dolce | Doux comme saveur

Fondazione Baruchello

Inaugurazione venerdì 25 ottobre 2024
ore 18.00 – 20.00
26 ottobre 2024 – 10 marzo 2025
CENTRE POMPIDOU
Espace des Collections, Niveau 4

Venerdì 25 ottobre 2024 alle ore 18.00, in occasione delle iniziative organizzate nell’ambito del centenario della nascita di Gianfranco Baruchello (Livorno 1924 – Roma, 2023), il Centre Pompidou presenta per la prima volta la versione integrale di Doux comme saveur (A partire dal dolce). Progetto multimediale di Gianfranco Baruchello, è costituito da circa 24 ore di interviste condotte, a Parigi (nella casa di Baruchello e in altri luoghi), dallo stesso artista a filosofi, scrittori e psicoanalisti, tra i quali Noëlle Châtelet, David Cooper, Félix Guattari, Alain Jouffroy, Pierre Klossowski, Gilbert Lascault, Jean-François Lyotard, ed anche a operai immigrati, pasticceri dell’industria dolciaria e responsabili della didattica nei musei. Il film è il risultato di un ampio progetto concepito nel 1978-1979 sul sapore dolce, negli anni della lunga azione Agricola Cornelia S.p.A. (1973-1981), e in particolare su come possa un sapore essere il punto di partenza di ricordi, storie, riflessioni politiche e culturali sul proprio tempo (gli immaginari, gli stereotipi culturali, i sistemi di potere), per arrivare a pensare la morte animale, la putrefazione della carne, proprio come risultati della violenza, del potere culturale e dello sfruttamento della natura.

L’opera sarà presentata in una installazione su più schermi, insieme a: l’originale del libro in copia unica realizzato da Baruchello, disegni di bambini della scuole elementari, disegni e note manoscritte dell’artista, il film In quarantasette secondi, del 1969. Il libro – risultato dal montaggio di materiali appartenenti ai suoi archivi di lavoro, ritagliati e incollati, e di note manoscritte, secondo un procedimento ricorrente nella sua pratica – costituì il punto di partenza per una serie di riflessioni con gli intervistati, che si articolarono in assoluta libertà, senza condizionamenti o parametri da rispettare, e che proprio per questo arrivarono a toccare questioni personali, appartenenti alle sfere del sogno, del rimosso, dell’inconscio. Dal “sapore dolce”, che ognuno intese in una maniera personale, la conversazione, condotta da Baruchello con la collaborazione di Alberto Grifi alle riprese, toccò questioni di filosofia, psicoanalisi, arte, industria dolciaria, fino a trattare il “dolce” attraverso il latte animale, la maternità, il corpo, la fiaba, la guerra, la politica, la morte.

Fu lo stesso Baruchello nel 1979 a descrivere così la sua operazione sul sapore dolce:
“La scelta di questo film è stata influenzata dalla constatazione personale di assenza di dolce/dolcezza dalla propria vita e dal mondo circostante. Parlarne può essere stata, almeno all’inizio, un’attività non lontana dall’esorcismo. Da quel non chiaro umore iniziale, quella fame, quell’assenza, e dopo molti anni di attenzione al cibo e al rapporto sacro di questo con lo spirito, nasce dunque l’idea che il dolce sia il segno stenografico primordiale di ogni sapore derivante dall’atto di mangiare: latte materno, succo zuccherino del frutto, miele delle api, manna mandata al popolo di Dio nel deserto, ecc. Un itinerario che si complica, devia, si arricchisce dirama attraverso 150 pagine di un oggetto simile a un libro fatto di note, prospetti, disegni foto e fotocopie, ritagli non diversi nell’aspetto da altre precedenti operazioni para-letterarie, extra media da me fatte (per esempio il libro L’altra casa edito da Galilée con prefazione di Jean-François Lyotard questo stesso anno). Il libro, ma si tratta soltanto di fogli di carta sommariamente rilegati, si presta ad essere messo nelle mani di terzi cui chiedere cosa ne pensano sia del libro che, più generalmente, dell’argomento che sembra trattare. I terzi che sono poi un insieme molto difforme di filosofi, scrittori, poeti, pittori, operai, preti, bambini e forse anche, riuscendone a trovare qualcuno disposto a parlarci, uomini politici, militari, poliziotti, direttori di carcere o manicomio”.

In occasione dell’inaugurazione della mostra, nel Cinéma du Musée du Centre Pompidou (sempre al Niveau 4), sarà proiettato Verifica incerta, film sperimentale del 1964 di Gianfranco Baruchello e Alberto Grifi, risultato della distruzione e del rimontaggio di circa 150 mila metri di pellicola di 47 film degli anni Cinquanta e Sessanta (per lo più film commerciali americani), acquistati da Baruchello come rifiuti destinati al macero. Il film, già parte della Collezione del Centre Pompidou, venne proiettato per la prima volta a Parigi nel Centro di Postproduzione Poste Parisien nella primavera del 1965, con la partecipazione di Marcel Duchamp, cui era dedicato, davanti a un pubblico d’eccezione, tra cui Max Ernst, Alain Jouffroy e Man Ray. Nel 1966, in occasione della mostra personale di Baruchello presso la Galleria Cordier & Ekstrom a New York, John Cage lo presentò al Solomon R. Guggenheim Museum.

A proposito del montaggio, operazione concettuale alla base di tutto il suo lavoro, Baruchello, nel 1978, scriveva:
“Il montaggio è infatti per il mio lavoro, il 60% dell’operazione filmica, e i molti brevi film che ho fatto, avevano un preciso senso parallelo al mio lavoro di pittore. Quest’ultimo consiste in un’operazione ‘multistrato’ che richiede (non diversamente dal meccanismo del pensiero) continue mutazioni, cortocircuiti, sovrapposizioni, ecc.”.

Questo nuovo allestimento di Doux comme saveur (A partire dal dolce) presso il Centre Pompidou, è stato possibile grazie a Philippe-Alain Michaud, Jonathan Pouthier, in collaborazione con Enrico Camporesi, Carla Subrizi e la Fondazione Baruchello.


On Friday, October 25, 2024, at 6 p.m., on the occasion of the 100th anniversary of the birth of Gianfranco Baruchello (Leghorn, 1924 – Rome, 2023), the complete edition of Doux comme saveur (Starting with Sweet) will be exhibited for the first time at the Centre Pompidou. A multimedia project by Gianfranco Baruchello, consisting of nearly 24 hours of interviews led by the artist himself with philosophers, writers and psychoanalysts, including Noëlle Châtelet, David Cooper, Félix Guattari, Alain Jouffroy, Pierre Klossowski, Gilbert Lascault, Jean-François Lyotard, and also with immigrant workers, confectioners in the baking industry and museum education managers. The film is the result of a wide-ranging project conceived in 1978-1979 on sweet taste, during the years of the long time action Agricola Cornelia S.p.A. (1973-1981), and in particular on how a taste can be the starting point of memories, stories, political and cultural reflections on one’s own time (imaginaries, cultural stereotypes, systems of power), to arrive at thinking about animal death, the putrefaction of meat, as the actual results of violence, cultural power and the exploitation of nature.

The work will be on view in a multi-screen video installation, along with: the original single-copy book made by Baruchello, drawings by elementary school children, drawings and handwritten notes by the artist, the 1969 film In Forty-Seven Seconds. The book – a result of the assemblage of materials belonging to his work archives and handwritten notes – was the starting point for a series of reflections that were articulated in absolute freedom, without conditioning or parameters to be observed, and wich because of this came to touch on personal issues, belonging to the spheres of the dream, the repressed, and the unconscious. From the “sweet taste,” which everyone understood in a personal way, the conversation, led by Baruchello with the collaboration of Alberto Grifi at the filming, touched on issues of philosophy, psychoanalysis, art, and the confectionery industry, to dealing with “sweet” through animal milk, motherhood, the body, the fairy tale, war, politics, and death.

It was Baruchello himself in 1979 who described his operation on sweet flavor as follows:
“The choice of this film was influenced by the personal realization of the absence of sweet/sweetness from one’s own life and the world around one. Talking about it may have been, at least in the beginning, an activity not far from exorcism. Out of that initial unclear feeling of humor, that hunger, that absence, and after many years of attention to food and its sacred relationship to the spirit, came therefore the idea that sweet was the primordial shorthand sign of every flavor resulting from the act of eating: mother’s milk, sugary juice of the fruit, honey of the bees, manna sent to God’s people in the desert, etc. An itinerary that complicates, deviates, enriches itself by branching out through 150 pages of a book-like object made up of notes, prospectuses, drawings photos and photocopies, clippings not different in appearance from other previous para-literary, extra media operations I have done (for example, the book L’altra casa (The other house) published by Galilée with a preface by Jean-François Lyotard this same year).
The book, but it is only summarily bound sheets of paper, is suitable for being placed in the hands of others whom we can ask what they think both of the book and, more generally, of the topic it seems to deal with. The outsiders who are then a very dissimilar set of philosophers, writers, poets, painters, workers, priests, children, and perhaps even, managing to find some willing to talk to us, politicians, military men, policemen, prison or asylum directors.”

At the opening of the exhibition, in the Cinéma du musée of the Centre Pompidou, there will be a screening of Verifica incerta, an experimental film from 1964 by Gianfranco Baruchello and Alberto Grifi, the result of the destruction and reassembly of some 150,000 meters of film from 47 films from the 1950s and 1960s (mostly American commercial films), purchased by Baruchello as waste destined for the scrap heap. The film, already part of the Centre Pompidou Collection, was premiered in Paris at the Poste Parisien Postproduction Center in the spring of 1965, with the participation of Marcel Duchamp, to whom it was dedicated, in front of an exceptional audience of, among others, Max Ernst, Alain Jouffroy and Man Ray. In 1966, on the occasion of Baruchello’s solo exhibition at the Cordier & Ekstrom Gallery in New York, John Cage presented it at the Solomon R. Guggenheim Museum.

About montage, a conceptual operation at the basis of all his work, Baruchello, in 1978, wrote:
“Montage is in fact 60 percent of my filmic operation, and the many short films I have made, had a precise sense parallel to my work as a painter. The latter consists of a ‘multi-layered’ operation that requires (not unlike the mechanism of thought) continuous mutations, short-circuits, overlaps, etc.”

This new staging of Doux comme saveur (From the sweet) at the Centre Pompidou, was made possible thanks to Philippe-Alain Michaud, Jonathan Pouthier, in collaboration with Enrico Camporesi, Carla Subrizi and Fondazione Baruchello.

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Ufficio stampa Fondazione Baruchello
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+39 06 4825370; +39 335 490311
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